domenica, Dicembre 7, 2025

Atalanta, polemiche per post social di De Roon

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La foto con il dito medio e una frase in inglese che non ammette repliche: Marten De Roon è finito nel mirino della critica dopo la vittoria nel posticipo dell’ultima giornata di Sere A.

“Quando le tue radici sono a Rotterdam e batti la Roma”. Una caduta di stile che ha fatto infuriare i tifosi giallorossi. Il 32enne centrocampista dell’Atalanta si è lasciato andare ad un post su Instagram che potrebbe anche mettere al lavoro la Procura Federale. Perchè un post del genere? Molto semplice, non è un caso il riferimento al Feyenoord, appena eliminato dalla Roma nei quarti di Europa League, club che lo ha fatto giocare nelle sue giovanili per sei anni.

Una sorta dunque di vendetta sportiva, quella di De Roon, con un’appendice che ha istigato una serie di risposte social da parte dei fans della Lupa. Una reazione quantomeno inelegante da parte del giocatore Oranje, che potrebbe non cavarsela con delle semplici scuse.

La rabbia social dei tifosi della Roma però si è riversata anche nei confronti di Palomino, reo del fallo ai danni di Dybala che ha riportato un problema alla caviglia. Sul profilo Instagram del giocatore della Dea sono arrivati tantissimi insulti da parte dei supporters giallorossi.

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Riunione ministri degli Esteri UE: Lettonia ed Estonia contro la Cina

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C’è stata la riunione dei ministri degli Esteri dell’Unione Europea a Lussemburgo. Cina e Ucraina tra le protagoniste, senza dimenticarsi le reazioni alle parole dell’ambasciatore cinese in Francia Lu Shaye: parole che hanno trovato l’indignazione dei rappresentanti dei Paesi baltici, perché l’emissario di Pechino è sembrato mettere in discussione la legittima sovranità degli Stati.

“Secondo il diritto internazionale, anche i paesi dell’ex Unione Sovietica non hanno uno status effettivo ai sensi del diritto internazionale perché non esiste un accordo internazionale per concretizzare il loro status di Paese sovrano”. Così aveva detto Lu Shaye il 21 aprile alla televisione francese Lc.

Margus Tsahkna, ministro degli Esteri estone, non è di certo rimasto ad ascoltare: “Penso sia ovvio e chiaro a tutti che l’Estonia e gli altri Stati baltici sono paesi sovrani indipendenti, nonchè membri dell’Unione Europea e della Nato, proprio per questo vogliamo delle spiegazioni adeguate”.

Non sono mancate le dichiarazioni di Gabrielius Landsbergis, ministro degli Esteri lituano: “Non siamo paesi post-sovietici, siamo Ppesi occupati illegalmente dall’Unione Sovietica, è un discorso diverso”. In seguito, la Cina ha ritrattato le dichiarazioni del suo ambasciatore.

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Mattarella: “25 aprile, la rivolta di quella generazione contro il fascismo”

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Sergio Mattarella è intervenuto al teatro Toselli. Il presidente della Repubblica ha visitato Cuneo per la festa della liberazione del 25 aprile: “La Resistenza nasceva come rivolta morale dei nostro patrioti contro il fascismo per riprendersi il paese. Un moto di popolo che coinvolse la vecchia generazione degli antifascisti”.
“Ci fu la chiamata per i soldati mandati a combattere al fronte e che si rifiutarono di porsi – continua – sotto il comando della potenza straniera tedesca, pagando con l’internamento in terra teutonica, senza dimenticarti gli oltre 50 mila morti nei lager: tutto questo perchè si scelse di combattere per l’Italia”.

“I giovani di quella generazione vissero il fascismo, scoprendone la vera natura e, di conseguenza, scegliendo di combatterlo. Quella generazione fu tradita su tutti i fronti: Concetto Marchesi, rettore dell’Università padovana si rivolse per esortarla, dopo essere stati appunto “traditi”, a riscrivere la storia dell’Italia e costituire il popolo italiano prosegue”.

“Fu un moto che mobilitò gli operai delle fabbriche – conclude – e che coinvolse i contadini e i montanari che, per la loro solidarietà con i partigiani combattenti, subirono le più dure rappresaglie (nel Cuneese quasi 5.000 i patrioti e oltre 4.000 i benemeriti della Resistenza riconosciuti)”.

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25 aprile, a Napoli manifesti a testa in giù con Meloni e La Russa

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Episodio molto discusso a Napoli nel giorno dell’anniversario della liberazione dal nazifascismo. Infatti, sono apparsi dei manifesti con Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, Ignazio La Russa, Presidente del Senato e Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, oltre a Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione, a testa in giù. Le immagini di quattro, rappresentati dalle foto affisse sotto le lapidi in omaggio ai martiri delle Quattro Giornate, la famosa rivolta popolare con cui nel 1943 il capoluogo partenopeo fu liberato dall’occupazione delle forze naziste. Il gesto però non è stato anonimo, anzi è stato rivendicato sui social dagli attivisti del centro sociale “Ex Opg – Je so’ pazzo”, che ha dato vita a Potere al popolo. “Dalle strade, dalle piazze, dalle scuole e dalle università arriva un messaggio semplice e chiaro: Napoli è, e sempre sarà, antifascista​”. Questo scrivono gli attivisti. “Napoli ripudia questo governo, il governo dell’odio, e lo ribadiamo a gran voce in occasione del 25 aprile, giornata in cui ricordiamo il sacrificio dei partigiani, di centinaia di migliaia di donne e uomini che si organizzano, coraggiosamente, per liberare questo paese dal nazifascismo.​ La pagina di storia più bella e fiera per l’Italia, quella costruita, desiderata, gioita collettivamente, quest’anno assume un significato e un’importanza diversi, durante l’anno del governo dell’odio, il governo più a destra nella storia della nostra Repubblica​”.

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Dramma a in Italia, prende la pistola a un Carabiniere: spara e poi viene ucciso

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Un conflitto a fuoco fatale a Fara Vicentino, in provincia di Vicenza: una persona è morta e un’altra è rimasta ferita stamattina. La persona ferita è fuori pericolo di vita dopo essere stata operata, si tratta dell’agente di polizia locale Alex Frusti. Il fatto è accaduto intorno alle 10.30 in via Crosara, nella zona industriale del paese. Una via che collega il Comune di Fara Vicentino e il vicino Breganze.

L’uomo che ha perso la vita, un nordafricano al momento non identificato, era arrivato in zona un po’ prima che si scatenasse l’inferno, camminando a piedi nudi per vari chilometri. «Di certo c’è soltanto che probabilmente stava camminando da tempo – le parole del sindaco di Fara, Maria Teresa Sperotto – quando alcuni residenti lo hanno segnalato». Lo straniro, effettivamente, era stato visto poco lontano mentre vagava, in apparente stato confusionale. La stessa persona, ad un certo punto, ha dato in escandescenze, gridando per strada.

Un passante, un immigrato marocchino, ha riferito di aver sentito insulti in arabo; altri tra i presenti  dicono di aver udito anche la frase «Allah akbar»: Allah è grande. È a questo punto che intervengono i carabinieri ed è iniziata una colluttazione.

Il nordafricano non si sa ancora in che modo è riuscito a sfilare la pistola d’ordinanza a uno dei carabinieri, proprio mentre cercavano di immobilizzarlo utilizzando anche un taser. Nel frattempo è arrivata una pattuglia della polizia locale, con due agenti in supporto. Lo straniero ha esploso vari colpi, due dei quali hanno raggiunto l’agente Alex Frusti. A quel punto i militari hanno risposto al fuoco, uccidendo l’uomo armato.

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Raspadori stende la Juve: il Napoli a un passo dal terzo scudetto

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Il Napoli batte la Juventus all’Allianz Stadium di Torino con un gol di Raspadori al minuto 93 ed è gioia grande per il popolo azzurro, che pregusta il terzo scudetto della sua storia. Per la squadra di Spalletti si tratta di un altro passo importante verso lo scudetto, per la Juventus è invece la terza sconfitta di fila in campionato dopo quelle in trasferta contro Lazio e Sassuolo.

Nonostante gli impegni infrasettimanali con notevole dispendio di energie sia da una parte sia dall’altra, è stata una gara di alta intensità anche se con poche occasioni da gol.

Venendo alla cronaca del match, il primo squillo della partita è arrivato al minuto 11 quando un tiro centrale di Cuadrado ha chiamato Meret alla risposta con i pugni. Meglio l’azione corale del Napoli che è parso maggiormente padrone del centrocampo, nonostante l’inserimento di Locatelli tra le linee in fase difensiva per dare più consistenza alla diga bianconera. Clamorosa la non espulsione del bianconero Gatti per un cazzotto a Kvaratskhelia non visto dall’arbitro e dal Var.

In avvio di ripresa proprio Kvaratskhelia ha chiamato per la prima volta alla parata Szczesny, ma la conclusione centrale è stata facile presa del polacco. Poi due squilli di Osimhen tra il 25′ e il 26′: dapprima il nigeriano ha scheggiato il palo con una conclusione in area deviata e sugli sviluppi del successivo calcio d’angolo, solo in mezzo all’area ha colpito di testa trovando però la presa del portiere juventino.

A otto minuti dal termine rete annullata a Di Maria per un precedente fallo di Milik su Lobotka. In pieno recupero, al 48′, il gol vittoria del Napoli: pallone scodellato in area da Elmas per Raspadori, che al volo infila la palla tra le gambe di Szczesny, chiudendo di fatto la sfida e portando il Napoli a un passo dallo scudetto.

occhio.com

Festa scudetto del Napoli, De Martino a condurre in diretta sulla Rai?

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La festa Scudetto del Napoli, quella ufficiale in programma il prossimo 4 giugno, il giorno dell’ultima giornata di campionato, potrebbe essere trasmessa in diretta tv dalla Rai.

Ci sarebbe una trattativa tra il club azzurro e la Rai per la trasmissione in diretta di tutto l’evento per una cifra che si aggirerebbe sui 300-400 mila euro. Aurelio De Laurentiis, inoltre, avrebbe già contattato uno showman per affidargli la conduzione. Si tratta di Stefano De Martino.

«Festeggiamo lo scudetto del Napoli senza sporcare i monumenti, deturpare la città, vandalizzare il patrimonio comune». Questa invece la richiesta del direttore della Reggia e Real Bosco di Capodimente, Sylvain Bellenger che si appella a tifosi, cittadini e turisti per salvare la città dai vandali.

«La marcia verso la festa dello scudetto punta dritto alla festa del 4 giugno e scendono in campo anche scrittori, intellettuali, direttori di musei e luoghi della cultura per evitare – spiega Bellenger – che la festa diventi occasione per commettere barbarie, vandalismi e devastazioni».

Per il direttore della Reggia di Capoldimonte non ci sono dubbi sul fatto che Napoli sia una città meravigliosa, ma i napoletani devono imparare e proteggere il loro patrimonio storico, artistico e monumentale.

La gioia della festa per la vittoria del Campionato è una cosa meravigliosa, ma non deve trasformarsi in un momento drammatico per una città che rischia davvero di essere devastata».

occhio.com

Fini e il 25 aprile: «Libertà e democrazia valori antifascisti, Meloni lo dica»

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«Spero che Giorgia Meloni voglia cogliere anche questa occasione per dire senza ambiguità e senza reticenze, perché ne è convinta, che la destra i conti con il fascismo li ha fatti in fondo e senza infingimenti quando è nata Alleanza nazionale». Lo ha affermato Gianfranco Fini, ospite di “In Mezz’ora in più” su Raitre, parlando del 25 aprile.

«Alleanza nazionale condannò il fascismo. Nelle tesi di Fiuggi c’è scritto testualmente che “la Resistenza aveva contribuito a ripristinare i valori di libertà, democrazia e giustizia sociale che il fascismo aveva conculcato”. La destra i conti li ha fatti, Giorgia Meloni dica, perché so che ne è convinta, che libertà, democrazia, giustizia sociale, uguaglianza sono valori democratici, sono valori nella Costituzione, sono valori antifascisti, non capisco la ritrosia nel pronunciare questo aggettivo, è una definizione di valori. Capisco la ritrosia ma non la giustifico”, ma “quello che è accaduto negli anni Settanta in nome dell’antifascismo è tutt’altra questione».

«Proprio perché conosco Ignazio La Russa da una vita e Giorgia anch’essa da tanto tempo – ha proseguito Fini – sono convinto che ne siano consapevoli. Ergo, soprattutto il premier, perché sulle sue spalle c’è non soltanto la guida del Governo ma anche la guida di Fratelli d’Italia, abbiano la determinazione nel dire chiaramente quello che so che ritengono veritiero: libertà, giustizia, solidarietà sono valori antifascisti, perché i sono valori della Costituzione».

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Tragedia in provincia di Napoli, la piccola Aurora investita e uccisa dalla mamma

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Una vera e propria tragedia in via Buccafusca, a Casalnuovo in provincia di Napoli, dove nell’area di parcheggio posta a ridosso del parco urbano la piccola Aurora è morta, schiacciata, a causa di una manovra in retromarcia sbagliata dalla mamma.

La piccola che avrebbe compiuto 8 anni a maggio è stata investita da Rosa Palma, alla guida di un’utilitaria. Secondo una prima ricostruzione, la donna non aveva mai conseguito la patente ed entrambe erano di Ponticelli.

Ferito lievemente anche un conoscente della signora che si trovava in compagnia della piccola, deceduta sul colpo e sotto gli occhi atterriti di chi era nelle vicinanze.

Scattato l’allarme, sul posto sono giunte due autoambulanze del 118 ed i carabinieri della locale tenenza agli ordini del capitano Fernando De Solda, ma per la piccola Aurora Napolitano non c’era più nulla da fare.

Tutto è successo poco prima delle 16 di sabato. Nell’area di sosta c’erano poche persone: la donna alla guida dell’auto ha travolto senza scampo la bambina che si trova dietro il veicolo in manovra.

Immediate sono scattate le indagini dei militari dell’Arma per chiarire l’esatta dinamica della vicenda. Inizialmente si era sparsa la voce che ad investire la piccola fosse stato un pirata della strada, ma dagli accertamenti degli uomini dell’Arma si era compreso che così non era e che si era cercato di “coprire” la donna. L’evento era cioè circoscritto alle auto presenti sul posto: ad investire la piccola era stata l’automobile guidata dalla madre della bambina, un’Audi A3.

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Orrore in Brasile, 4 bimbi uccisi a colpi d’accetta nell’asilo nido

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Un terribile attacco contro innocenti è avvenuto a Blumenau, nel sud del Brasile, nello stato di Santa Catarina, dove un uomo di 25 anni, per ragioni ancora sconosciute, ha scavalcato il muro di un asilo nido privato chiamato Cantinho Bom Pastor e, armato di una piccola ascia, ha ucciso quattro bambini e ne ha feriti altri quattro, che sono stati ricoverati presso l’ospedale Santo Antônio di Blumenau.

Dopo l’attacco, l’uomo si è costituito alle autorità. Secondo le prime ricostruzioni, come confermato dal sindaco di Blumenau, l’autore della strage si è introdotto nella struttura saltando il muro.

«L’asilo nido è privato, non appartiene al comune, né è convenzionato, ha una buona struttura e un buon gruppo di insegnanti. Ha anche un muro alto, e l’individuo ha saltato il muro, è entrato nella scuola e ha colpito i bambini che erano nel cortile», ha detto il sindaco Mário Hildebrandt in un’intervista radiofonica.

Dopo aver commesso la strage, l’assassino si sarebbe spontaneamente consegnato alla polizia. Gli agenti della Polícia Civil di Santa Catarina stanno ora indagando per capire se l’autore dell’attentato abbia agito da solo o abbia avuto qualche aiuto.

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