Papa Bergoglio a Giacarta: “Promuovere l’armonia religiosa per il bene dell’umanità”

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“Il fenomeno globale della disumanizzazione è caratterizzato soprattutto da violenze e conflitti diffusi, che spesso provocano un numero allarmante di vittime. È particolarmente preoccupante che la religione sia spesso strumentalizzata in questo senso, causando sofferenze a molti, soprattutto donne, bambini e anziani. Il ruolo della religione, tuttavia, dovrebbe includere la promozione e la salvaguardia della dignità di ogni vita umana”. E’ quanto si legge al punto 1 della ‘Dichiarazione congiunta’ firmata stamattina alla Moschea ‘Istiqlal’ di Giacarta da papa Francesco, dal grande imam Nasaruddin Umar e dagli altri leader confessionali presenti all’incontro interreligioso.

“‘Promuovere l’armonia religiosa per il bene dell’umanità’ è l’ispirazione che siamo chiamati a seguire e che dà anche il titolo alla Dichiarazione congiunta preparata per questa occasione – afferma Bergoglio -. In essa assumiamo con responsabilità le gravi e talvolta drammatiche crisi che minacciano il futuro dell’umanità, in particolare le guerre e i conflitti, purtroppo alimentati anche dalle strumentalizzazioni religiose, ma anche la crisi ambientale, diventata un ostacolo per la crescita e la convivenza dei popoli. E davanti a questo scenario, è importante che i valori comuni a tutte le tradizioni religiose siano promossi e rafforzati, aiutando la società a ‘sconfiggere la cultura della violenza e dell’indifferenza’ e a promuovere la riconciliazione e la pace”.

Alessia Pinzarrone
   

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Terremoto di magnitudo 3 tra Udine e Pordenone

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Una scossa di terremoto di magnitudo 3 è stata registrata alle 00:25 in Friuli Venezia Giulia, tra le province di Udine e di Pordenone.
Secondo i dati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto epicentro a cinque chilometri da Tramonti di Sopra (Pordenone) e a sei km da Socchieve e Preone (Udine); l’ipocentro è stato localizzato a dieci km di profondità.
Non si segnalano al momento danni a persone o cose.

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Silvio Berlusconi è morto, addio al Cavaliere

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Silvio Berlusconi, l’ex premier italiano e fondatore di Forza Italia, è scomparso oggi all’età di 86 anni presso l’ospedale San Raffaele di Milano. La sua battaglia contro la leucemia, che lo aveva colpito alcuni mesi fa, si è purtroppo conclusa con esito fatale. Le condizioni di Berlusconi si erano improvvisamente aggravate questa mattina, portando all’afflusso immediato dei suoi familiari più stretti. Il fratello Paolo e i figli Eleonora, Barbara, Marina e Pier Silvio sono giunti in ospedale nel giro di pochi minuti, stringendosi attorno al loro amato padre e fratello.

Silvio Berlusconi ha lasciato un’impronta indelebile nella politica italiana. Nato il 29 settembre 1936 a Milano, ha avuto una carriera poliedrica che lo ha visto trascorrere anni come imprenditore di successo nel settore dei media, nonché come figura chiave nella scena politica italiana per oltre due decenni.

Berlusconi ha fondato Forza Italia nel 1994, contribuendo a ridefinire il panorama politico italiano. Durante i suoi tre mandati come primo ministro (1994-1995, 2001-2006 e 2008-2011), ha lasciato un segno indelebile sulla politica italiana, portando avanti diverse riforme e guidando il paese in momenti cruciali.

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Milan, ufficiale il rinnovo di Leao

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Il Milan ha ufficializzato il “prolungamento del contratto di Rafael Alexandre da Conceição Leão fino al 30 giugno 2028. Arrivato nell’estate 2019, Rafael ha collezionato 162 presenze, 41 goal e 29 assist in rossonero e si è imposto nel Campionato Italiano come ‘Miglior Calciatore della Serie A’ della scorsa stagione. AC Milan e Rafael proseguiranno il loro cammino insieme”, conclude il club rossonero.

«Adesso potrò andare in vacanza tranquillo, sereno. Sono molto contento di aver rinnovato il contratto perché è una cosa che volevo da tempo. Speriamo di fare grandi cose in futuro. È stato un lungo percorso e sono felice che siamo arrivati a un accordo. L’anno prossimo vogliamo vincere tante cose. Adesso però massima concentrazione per la gara col Verona». Così Rafa Leao, ai microfoni di Sky Sport, ha commentato il rinnovo di contratto firmato oggi pomeriggio con il Milan. L’attaccante portoghese sarà legato alla squadra rossonera fino al giugno 2028.

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Addio ad Emanuele Liguori, storica figura dell’Antica Pizzeria Da Michele

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Si è spento a soli 59 anni, Emanuele Liguori, primo pizzaiolo dell’Antica Pizzeria Da Michele di Napoli.
Le esequie avranno luogo domani mattina, alle 10.30, presso la Chiesa di San Giacomo degli Italiani in Via Nuova Poggioreale 165.
Era considerato da molti come uno dei più grandi artigiani della pizza napoletana, ha lavorato presso la storica pizzeria di Forcella per 44 anni, da quando aveva 14 anni.
Grande la commozione di chi lo conosceva. Su Facebook,  infatti, la direzione della pizzeria rilascia uno struggente messaggio. “Caro Emanuele, ci manchi già tantissimo. Nostro primo pizzaiolo, entrato giovanissimo in pizzeria, grande lavoratore e splendida persona, sei e resterai sempre parte della famiglia Condurro.” Queste le parole che dimostrano la vicinanza affettiva e lavorativa per il 59enne.
Il ricordo anche del titolare Alessandro Condurro: «Avrei voluto portarlo con me, fargli fare viaggi, ritirare premi, era lui il migliore IL MIGLIORE DI TUTTI. Una generazione vecchia e poco illuminata non lo ha mai permesso, come non vedeva di buon occhio quello che facevo io. Questo è l’unico premio che gli ho dato.
Il vero premio sono i milioni di pizze fatte a tutto il mondo, e l’affetto che gli mostravano tutti. La semplicità, l’umiltà, pure essendo IL MIGLIORE DI TUTTI PER DISPERSIONE, era lì, sul banco, salutava, sorrideva, era Manuele».

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Raspadori stende la Juve: il Napoli a un passo dal terzo scudetto

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Il Napoli batte la Juventus all’Allianz Stadium di Torino con un gol di Raspadori al minuto 93 ed è gioia grande per il popolo azzurro, che pregusta il terzo scudetto della sua storia. Per la squadra di Spalletti si tratta di un altro passo importante verso lo scudetto, per la Juventus è invece la terza sconfitta di fila in campionato dopo quelle in trasferta contro Lazio e Sassuolo.

Nonostante gli impegni infrasettimanali con notevole dispendio di energie sia da una parte sia dall’altra, è stata una gara di alta intensità anche se con poche occasioni da gol.

Venendo alla cronaca del match, il primo squillo della partita è arrivato al minuto 11 quando un tiro centrale di Cuadrado ha chiamato Meret alla risposta con i pugni. Meglio l’azione corale del Napoli che è parso maggiormente padrone del centrocampo, nonostante l’inserimento di Locatelli tra le linee in fase difensiva per dare più consistenza alla diga bianconera. Clamorosa la non espulsione del bianconero Gatti per un cazzotto a Kvaratskhelia non visto dall’arbitro e dal Var.

In avvio di ripresa proprio Kvaratskhelia ha chiamato per la prima volta alla parata Szczesny, ma la conclusione centrale è stata facile presa del polacco. Poi due squilli di Osimhen tra il 25′ e il 26′: dapprima il nigeriano ha scheggiato il palo con una conclusione in area deviata e sugli sviluppi del successivo calcio d’angolo, solo in mezzo all’area ha colpito di testa trovando però la presa del portiere juventino.

A otto minuti dal termine rete annullata a Di Maria per un precedente fallo di Milik su Lobotka. In pieno recupero, al 48′, il gol vittoria del Napoli: pallone scodellato in area da Elmas per Raspadori, che al volo infila la palla tra le gambe di Szczesny, chiudendo di fatto la sfida e portando il Napoli a un passo dallo scudetto.

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Chiesa bombardata a Gaza, il dolore del Papa

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Agli occhi del mondo, Israele ha superato un’altra linea rossa.

La chiesa della Sacra Famiglia, l’unica cattolica nella Striscia di Gaza diventata rifugio per sfollati in fuga dalla guerra, è stata colpita da un colpo di artiglieria dell’Idf poco dopo la messa mattutina: tre persone sono morte, altre nove sono rimaste ferite, di cui una versa in condizioni critiche e due in condizioni gravi. Ferito lievemente a una gamba anche il parroco, il padre argentino Gabriel Romanelli, che papa Francesco dopo il 7 ottobre usava chiamare quasi tutti i giorni per avere notizie della piccola comunità cristiana nell’enclave palestinese e assicurare la sua vicinanza.

Subito informato dell’accaduto, anche papa Leone XIV ha voluto far sentire la sua voce e il proprio dolore, rinnovando “il suo appello per un immediato cessate il fuoco” ed esprimendo ancora “la profonda speranza di dialogo, riconciliazione e pace durevole”. Nell’immediato, secondo quanto risulta all’ANSA da fonti vicine al Patriarcato di Gerusalemme, l’esercito israeliano si sarebbe giustificato parlando di “un errore di tiro”. Di “errore” ha parlato anche il premier Benyamin Netanyahu in un telefonata con Donald Trump che lo ha chiamato per esprimere il proprio disappunto. L’Idf ha poi fatto sapere di voler approfondire “le circostanze dell’incidente”, mentre il ministero degli Esteri ha voluto sottolineare che “Israele non prende mai di mira chiese o siti religiosi e si rammarica di qualsiasi danno a un sito religioso o a civili non coinvolti”. Parole che non bastano tuttavia a frenare l’indignazione della comunità internazionale, nella quale cresce l’insofferenza per le troppe vittime civili causate dalla guerra di Netanyahu contro Hamas. “I raid israeliani su Gaza colpiscono anche la chiesa della Sacra Famiglia”, ha dichiarato Giorgia Meloni definendo “inaccettabili” gli attacchi che “da mesi” Israele compie contro la popolazione civile. “Nessuna azione militare può giustificare un tale atteggiamento”, ha commentato la premier.

Un atto grave contro un luogo di culto cristiano”, ha detto anche Antonio Tajani che ha poi parlato al telefono con il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar, chiedendogli “che venga fatta chiarezza sulla responsabilità del raid” sulla parrocchia. Anche Parigi chiede che si ponga fine “alla carneficina a Gaza”, giudicando “inammissibile” l’attacco alla chiesa, “posta sotto la protezione storica della Francia” in base a un accordo risalente agli inizi del secolo scorso. Le immagini della Sacra Famiglia mostrano la chiesa danneggiata e annerita nella parte più alta della facciata, vicino alla croce rimasta intatta.

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Torino, seuqestro da 600mila euro nei confronti di un uomo accusato di vari reati

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La guardia di finanza di Torino ha eseguito un sequestro preventivo da 600mila euro nei confronti di un uomo accusato di usura, estorsione e rapina, aggravati dal metodo mafioso.

Il provvedimento, emesso dal Gip su richiesta della Procura, Direzione distrettuale antimafia, arriva al termine di un’indagine condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, un uomo di origini calabresi residente a Torino avrebbe ricevuto dall’imprenditore vittima della vicenda un totale di 600mila euro in quindici anni a fronte di un prestito iniziale di 154mila euro, con un tasso di interesse usuraio di circa il 10% mensile, pari al 120% annuo e con la promessa di pagamento di ulteriori 620mila euro come piano di rientro della provvista prestata e degli interessi usurari residui.
Le minacce, documentate anche con pedinamenti, intercettazioni e osservazioni dirette, avrebbero incluso intimidazioni di morte rivolte anche ai familiari dell’imprenditore, minacce di incendiare la sua auto e la richiesta di vendere l’unico immobile di proprietà.

L’indagato è stato arrestato in flagranza mentre riceveva una busta contenente denaro.
Quando la vittima aveva cercato di sottrarsi ai pagamenti pattuiti, l’uomo aveva sostenuto che il denaro dato in prestito proveniva da importanti esponenti della ‘ndrangheta e che quindi non poteva permettersi di sgarrare, trattandosi di ‘gente di peso e pericolosa’, priva di scrupoli.
    Il sequestro ha colpito conti correnti, buoni postali, un compendio immobiliare e quattro veicoli, considerati frutto dell’attività illecita.

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Calabria, nove arresti per traffico internazionale di cocaina

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Un giro d’affari di oltre 47 milioni di euro.
Con l’accusa di traffico internazionale di sostanze stupefacenti, nove persone sono state arrestate dalla Guardia di finanza, che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip distrettuale di Catanzaro su richiesta della Dda.
Sono stati sequestrati, inoltre, beni per un valore complessivo di 600 mila euro.
Le indagini hanno fatto luce su un’organizzazione criminale capeggiata dalla cosca Gallace della ‘ndrangheta.
La Dda ha ricostruito numerose importazioni di cocaina dal Perù, dalla Colombia e dal Brasile. La droga viaggiava all’interno di container caricati su navi cargo destinate a porti del Nord Europa (Rotterdam, Amburgo e Anversa) e nazionali (Gioia Tauro, Livorno, Civitavecchia, Genova e Trieste).
Secondo gli investigatori, si sono rivelate fondamentali le chat criptate utilizzate dagli indagati per pianificare i loro affari. La decriptazione delle conversazioni ha consentito agli inquirenti di identificare buona parte delle persone coinvolti nel traffico internazionale di cocaina. Tra questi un ruolo centrale era rivestito da un broker calabrese, ritenuto “uno dei referenti più importanti della Calabria”, che risiede in Germania. In questo modo, dal maggio 2020 al marzo 2021, gli indagati sono stati in grado di importare una tonnellata di cocaina, parte della quale (oltre 400 chili) è stata intercettata dalla Guardia di finanza, che ha eseguito 17 sequestri. In un’occasione è stato intercettato un container, partito dal Perù e giunto nel porto di Trieste, all’interno del quale sono stati trovati cento chili di cocaina nascosti dentro il caffè.

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Milano, indagato anche il sindaco Sala nell’ambito delle inchieste sull’urbanistica

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Anche il sindaco di Milano, Beppe Sala, è indagato nell’ambito delle inchieste sull’urbanistica per le quali i pm hanno chiesto sei arresti: lo scrivono Corriere della Sera, La Repubblica e La Stampa. Le ipotesi di reato, riportano i quotidiani, sono di false dichiarazioni su qualità proprie o di altre persone relativamente alla nomina del presidente della Commissione per il paesaggio del Comune, Giuseppe Marinoni, e di induzione indebita a dare o a promettere utilità intorno al progetto del ‘Pirellino’ dell’architetto Stefano Boeri e dell’imprenditore Manfredi Catella, presidente del gruppo Coima. 

“Trovo allucinante che il sindaco apprenda da un giornale di essere indagato e non dalla Procura. Si tratta di un metodo inaccettabile”. Lo ha spiegato il sindaco di Milano al Corriere della Sera commentando l’indagine a suo carico nell’ambito delle inchieste sull’urbanistica. False dichiarazioni sull’identità o su qualità personali proprie o di altre persone e induzione indebita a dare o promettere utilità. Sono i due reati per cui sarebbe indagato il sindaco, scrive il quotidiano. “Il Pirellino? L’abbiamo venduto nel 2019 e siamo ancora fermi. Sono passati sei anni e i lavori non sono mai partiti – spiega -. Altro che induzione, è stata una continua discussione perché non abbiamo mai trovato un accordo su quello che potevano fare”. La seconda fattispecie riguarda la nomina di Marinoni. “La composizione della Commissione Paesaggio viene gestita da un’apposita struttura del Comune che seleziona i profili e decide i componenti – dice ancora il sindaco al quotidiano -. Il rapporto tra sindaco e commissione è praticamente nullo. Aggiungo che non ho mai avuto il numero di Marinoni”. 

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Campi Flegrei, scossa di magnitudo 4

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E’ di magnitudo 4.0 il terremoto avvertito distintamente a Napoli alle 9.14. Lo rende noto, interpellata dall’Ansa, Francesca Bianco, direttrice del dipartimento Vulcani dell’Ingv. L’epicentro nell’area di Bagnoli, in piena caldera flegrea, a una profondità di 2,5 chilometri.

Molta la paura tra i residenti a Napoli. “Porte e balconi hanno cominciato a sbattere e i lampadari a oscillare in modo sensibile”, una delle testimonianze raccolte in questi minuti. Molte le segnalazioni sui social. Diverse persone si sono riversate in strada. Dopo la scossa delle 9.14 ne sono seguite due di intensità più bassa, pari a 1,5. Il 30 giugno scorso la magnitudo fu del 4.6, il massimo della storia della crisi dei Campi Flegrei, alla pari con quella del 13 marzo precedente.

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Trieste, sequestrati 30 kg di oppio al porto

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I funzionari dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli e i militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Trieste hanno sequestrato al porto 30 chili di oppio in pasta, rinvenuto all’interno di involucri plastificati inseriti in mattoni refrattari e in oggetti in resina costruiti per contenere la sostanza. Il carico è stato trovato a bordo di un tir turco proveniente dal porto di Mersin con una spedizione di merce partita dall’Iraq.

In quattro scatoloni erano contenuti mattoni e oggetti in ceramica, che una volta assemblati avrebbero riprodotto un braciere decorativo.

I funzionari e i finanzieri, insospettiti dall’insolito trasporto, hanno proceduto all’ispezione dei mattoni, trovando al loro interno diversi panetti di oppio. Proseguendo nella ricerca, in ulteriori sei scatoloni sono stati trovati numerosi oggetti in resina realizzati ad arte che nascondevano la medesima sostanza stupefacente.
Sono in corso accertamenti, anche in altri Stati europei, per individuare le persone coinvolte a vario titolo nel trasporto illecito il quale, affidato a un’azienda di spedizioni internazionali irachena, era destinato, per le operazioni doganali, a una società di logistica nei Paesi Bassi prima di giungere a soggetti celati dietro nomi di fantasia verosimilmente residenti in Germania e Gran Bretagna.

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Siria, raid israeliano per “salvare i drusi”

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“Stiamo operando per salvare i nostri fratelli drusi”. Lo ha dichiarato il premier israeliano Benjamin Netanyahu nella giornata in cui si registrano nuovi raid di Israele in Siria. Le forze armate israeliane affermano di aver “colpito un obiettivo militare nell’area del palazzo presidenziale del regime siriano a Damasco”. Colpito anche il quartier generale delle forze armate siriane nella capitale.

I drusi sono una comunità religiosa e culturale del Medio Oriente, presente soprattutto in Libano, Siria e Israele. Nati intorno all’XI secolo, da una branca dell’Islam sciita, hanno sviluppato una fede propria, molto riservata e identitaria. Occupano da sempre una posizione precaria nell’ordine politico siriano. Circa un milione di seguaci vive in Siria, dove i drusi rappresentano circa il 3% della popolazione, mentre altre comunità più piccole vivono in Libano, Israele e sulle alture del Golan occupate.

All’inizio di quest’anno, Netanyahu aveva avvertito che non avrebbe “tollerato alcuna minaccia alla comunità drusa nella Siria meridionale” da parte delle nuove forze di sicurezza del Paese, chiedendo la completa smilitarizzazione di gran parte del sud, affermando che Israele vede il gruppo islamista sunnita del presidente siriano Ahmed al-Sharaa come una minaccia. Sono circa 700.000 i drusi siriani, radicati in Suwayda e nelle periferie di Damasco e contano spesso su milizie locali

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Gaza, Idf uccide sei bambini in fila per l’acqua

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L’acqua a Gaza scarseggia e per raggiungere le autobotti i palestinesi camminano a piedi anche due chilometri e aspettano in fila sotto il sole cocente il loro turno.

Erano una trentina in coda in mattinata vicino al campo profughi di Nuseirat quando un drone ha lanciato un missile e per un “errore tecnico”, ha ammesso ore dopo l’Idf, ha ucciso dieci persone, compresi sei bambini. E’ solo l’ultima delle uccisioni di massa provocate dai raid israeliani che, secondo Hamas, hanno causato 58.000 morti dall’inizio della guerra.

Le speranze di un cessate il fuoco, accese dal pressing di Donald Trump su Benyamin Netanyahu, sembrano purtroppo assottigliarsi proprio mentre gli attacchi aerei e di terra israeliani nella Striscia si intensificano con una triste conta di almeno 30 morti in un solo giorno. I negoziati a Doha sulla proposta Usa di 60 giorni di tregua in cambio degli ostaggi e dell’impegno a discutere della fine della guerra continuano ma solo formalmente.

Le mappe su dove le forze israeliane devono stare durante la tregua separano Israele e Hamas. Il premier israeliano, stretto tra la richiesta del tycoon e i falchi dell’ultradestra Ben Gvir e Bezalel Smotrich, è netto nell’escludere un ritiro: “Cosa vuole Hamas? Vuole rimanere a Gaza. Vuole che ce ne andiamo, così può riarmarsi, così può attaccarci ancora e ancora. Non lo accetterò”.

Bibi addossa la colpa a Hamas: “Abbiamo accettato l’accordo ma Hamas l’ha rifiutato”, assicura, salvo poi rimettere in fila le sue priorità. “Dobbiamo insistere sul rilascio degli ostaggi e sulla distruzione di Hamas e la garanzia che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele. Non rinuncio a nessuno di questi obiettivi”, mette in chiaro definendo “manipolati” anche i sondaggi che con ampia maggioranza chiedono il ritorno degli ostaggi e la fine del conflitto.

Anche l’opinione pubblica israeliana sembra stanca di una guerra che non vede la fine. Non si fanno illusioni i palestinesi di Gaza, concentrati a sopravvivere tra carburante, cibo, acqua, medicine che scarseggiano come hanno denunciato ieri sette agenzie dell’Onu. Come ogni giorno, a Nuseirat, come in altri punti di distribuzione, i gazawi erano in fila quando un attacco aereo israeliano ha colpito la folla che aspettava di riempire le taniche dell’acqua. Filmati non verificati, condivisi online dopo il raid, mostrano bambini insanguinati e corpi senza vita, con urla di panico e disperazione mentre gli abitanti si precipitavano sul posto per trasportare su carretti trainati da asini i feriti all’ospedale al-Awda di Nuseirat, dove sono state curate anche 16 persone ferite, tra cui sette bambini, ha riferito un medico.

L’esercito israeliano ha riconosciuto che un attacco aereo mirato a un “terrorista della Jihad islamica” è andato storto e che le “munizioni sono cadute a decine di metri dal bersaglio”, affermando che l’incidente è in fase di revisione e esprimendo “rammarico per ogni danno causato ai non combattenti”. 

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Massa Lubrense, operaio 58enne muore mentre installava un impianto di climatizzazione

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Un operaio di 58 anni è deceduto ieri a Massa Lubrense, in provincia di Napoli, mentre stava installando un impianto di climatizzazione. La tragedia è avvenuta in via Pontone: l’uomo ha perso l’equilibrio ed è caduto da un’altezza di circa 6 metri precipitando di schiena su un cordolo di cemento. Dopo alcuni tentativi di rianimazione, personale del 118 ne ha constatato il decesso.

Indagini e rilievi a cura dei Carabinieri della stazione locale, del nucleo ispettorato lavoro di Napoli e del nucleo investigativo del Gruppo di Torre Annunziata. Salma a disposizione dell’Autorità giudiziaria. 

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Como, donna trovata impiccata a febbraio: arrestato l’ex convivente

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Il Tribunale di Como, su richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto l’arresto di Daniele Re, 34 anni, compagno e convivente di Ramona Rinaldi, 39 anni, trovata morta impiccata nella casa che i due condividevano a Veniano, nel Comasco, nella notte a cavallo tra il 20 e il 21 febbraio scorsi.

L’uomo è stato fermato questo pomeriggio a Milano.  Re è indagato per omicidio volontario aggravato e maltrattamenti. Secondo la procura, Ramona non si sarebbe tolta la vita – come inizialmente ipotizzato – ma sarebbe stata strangolata. 

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