domenica, Dicembre 7, 2025

Federico Carboni, il primo italiano ad aver ottenuto il suicidio assistito

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Una data che ha cambiato il nostro paese. Infatti, il 16 giugno 2022, intorno alle 11.05, Federico Carboni ha optato per morire, una decisione arrivata per sua libera scelta, dopo due anni di calvario burocratico e giudiziario, assistito dall’Associazione Luca Coscioni. 

Il 44enne nativo di Senigallia, nelle Marche, fino a quel tempo era stato conosciuto con il nome di fantasia “Mario”, sarà ricordato come il primo italiano ad aver chiesto e ottenuto l’accesso al suicidio mediamente assistito, reso legale dalla sentenza della Corte costituzionale 242/2019, conosciuta come sentenza Cappato.

Una decisione storica. «Vi auguro buona fortuna, vi voglio bene» sarebbero state le ultime parole sul letto d’ospedale. Poi Federico ha deciso di premere il tasto per azionare l’ “aggeggio” come lo chiamava lui, per far arrivare alle vene il farmaco mortale.

Una vita scandita da un prima e un dopo. L’incidente stradale seguito da 12 anni di tetraplegia. E poi una battaglia legale che si è conclusa con una svolta storica.

«Sono stati due anni difficili ma di determinazione» come ha detto Cappato, presente al capezzale di Federico insieme a Filomena Gallo, avvocata e Segretaria nazionale dell’Associazione Coscioni, ma anche a parenti ed amici.

occhio.com

Florida, a 10 anni minaccia di fare una strage a scuola

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La recente minaccia di una strage nella scuola di Cape Coral, in Florida, da parte di un bambino di 10 anni, ha sollevato nuovamente il dibattito sulle armi negli Stati Uniti.

Dopo la sanguinosa sparatoria nella scuola di Uvalde, in Texas, l’attenzione sulla sicurezza nelle scuole e sull’accesso alle armi è più alta che mai.

Lo sceriffo della contea di Lee, Carmine Marceno, ha deciso di arrestare il bambino e ha diffuso le immagini dell’arresto su Facebook. Il team per l’analisi delle minacce scolastiche ha esaminato il caso e ha interrogato il sospettato, giungendo alla decisione di procedere all’arresto.

Marceno ha pubblicato un lungo messaggio su Facebook in cui ha sottolineato l’importanza di prendere sul serio le minacce alle scuole e di non sottovalutare la situazione. Ha inoltre invitato i genitori a tenere sotto controllo i propri figli e a parlare con loro dell’importanza della sicurezza nelle scuole.

Il fatto che un bambino di 10 anni abbia fatto una tale minaccia solleva la questione dell’accesso alle armi e della sicurezza nelle scuole.

In passato, molte stragi nelle sono state commesse proprio con queste modalità, e la questione della regolamentazione delle armi è stata al centro di un acceso dibattito nel Paese.

Gianmarco Pone

occhio.com

Tragedia a L’Aquila: auto sfonda recinzione di scuola materna, muore un bambino

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Un’auto sfonda la recinzione esterna di una scuola materna e uccide un bambino, ferendone altri 5.

È quanto accade a L’Aquila: la proprietaria del veicolo era andata a prendere il proprio figlio a scuola, parcheggiando l’auto, una Passat grigia, sul pendio adiacente il giardino dell’asilo Primo Maggio, ma a causa di quella che a una prima analisi è sembrata una disattenzione (un errore umano, diranno i giudici) il veicolo prende velocità ed entra nel giardino della scuola distruggendo le barriere artificiali, e travolgendo così alcuni dei bambini lì presenti.

Il sindaco Pierluigi Biondi ha proclamato il lutto cittadino. Ulteriori ricostruzioni accerteranno che il freno a mano dell’auto era stato disinserito dal figlio dodicenne della donna al suo interno, ma il procuratore della Repubblica del Tribunale per i Minorenni de L’Aquila David Mancini ha chiesto che vengano archiviate le accuse di omicidio colposo a suo carico, per via della sua età, inferiore ai 14 anni.

L’attenzione si è perciò spostata sulla madre del dodicenne, unica indagata, e sulle condizioni della recinzione, non ancorata al muro ma a terra, e “se lo stato dei luoghi interno alla struttura scolastica fosse nelle condizioni di esercizio tali da garantire la sicurezza degli spazi dell’area giochi esterna”.

Gianmarco Pone

occhio.com

Zelensky vuole incontrare Putin per ratificare la pace

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Ucraina

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato di essere pronto a incontrare il presidente russo Vladimir Putin per cercare una soluzione alla crisi che da anni attanaglia i rapporti tra i due Paesi. Nonostante gli orrori dei massacri di Bucha, della distruzione di Mariupol e del recente ritrovamento di una nuova fossa comune con centinaia di cadaveri nella regione di Kiev, Zelensky ha dichiarato di essere disposto a negoziare per la pace.

Tuttavia, il leader ucraino ha anche sottolineato che le azioni compiute dall’esercito russo nelle aree occupate dell’Ucraina rappresentano un alto rischio per il successo dei negoziati. Zelensky ha ammesso che la situazione è delicata e che dopo gli ultimi avvenimenti gli ucraini hanno un forte desiderio di vendetta contro i russi. Nonostante ciò, il premier ucraino ha affermato di essere dalla parte del suo popolo «con il cuore e l’anima», ma ha anche riconosciuto che se c’è una piccola possibilità di raggiungere la pace, sarebbe doveroso trattare con Mosca.

Inoltre, Zelensky ha accusato i russi di occultare le tracce dei crimini di guerra, scavando tombe e utilizzando forni crematori mobili. Ha annunciato il ritrovamento di una nuova fossa comune con oltre 900 corpi nella regione di Kiev, una triste testimonianza della brutalità della guerra tra i due Paesi.

occhio.com

Emergenza Covid finita: l’Italia esce dallo stato emergenza

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Il primo aprile il paese esce ufficialmente dallo stato di emergenza Covid: è la prima misura del piano di intervento della squadra del governo Draghi per riportare il paese a condizioni sociali pre-pandemia.

Al rientro dell’emergenza si affianca lo scioglimento del Comitato tecnico scientifico diretto dal Commissario straordinario Francesco Figliuolo. Allo stesso tempo termina nelle scuole la quarantena da contatto, con obbligo di isolamento esclusivamente per i contagiati.

Segue a partire dal primo maggio il decadimento di l’obbligo di indossare mascherine nella maggior parte dei locali e delle strutture al chiuso, con una proroga per i mezzi pubblici fino al primo settembre. Decade anche l’obbligo di utilizzo del green pass per accedere a luoghi di lavoro e locali.

A seguire, termina dal 15 giugno l’obbligo vaccinale per personale scolastico, militari, agenti di polizia e soccorso pubblico, dipendenti dell’amministrazione penitenziaria, ma non per personale sanitario e Rsa.

Il piano prosegue con la fine della modalità di smart working nell’ambito privato, per terminare il 31 dicembre, data in cui termina l’obbligo sanitario per personale sanitario e Rsa. Nel rendere pubblica la decisione del piano, il premier Draghi ha tenuto a “ringraziare tutti gli italiani per l’altruismo, la pazienza dimostrata in questi anni: […] siamo stati bravissimi in questa pandemia, occorre andare fieri”.

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