«Chiederemo all’UNESCO che iscriva il sistema MOSE nella lista dei beni del patrimonio culturale mondiale.
Infatti, esso rappresenta un capolavoro del genio creativo dell’uomo ed un esempio straordinario nell’odierno sforzo di adattamento ai cambiamenti del clima». Lo ha dichiarato il presidente della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità Renato Brunetta al Corriere della Sera. Il presidente ha poi proseguito: «Alla prossima conferenza delle ONU sui Cambiamenti Climatici (COP 28), l’Italia potrebbe annunciare che intende consegnare al resto del mondo il know-how sviluppato a Venezia. Un contributo immediato e concreto, per un futuro sostenibile: grazie al MOSE non è più il mondo che salva Venezia, ma è Venezia che salva il mondo, dimostrando che se si agisce con scienza, coscienza e coraggio, nulla è impossibile. Venezia, la più antica città del futuro».
Brunetta ha poi evidenziato il ruolo della fondazione: «La Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità, di cui sono presidente, lavora per attirare interventi che producano cultura e investimenti sostenibili. È un disegno ampio, condiviso dalle amministrazioni locali, ed io sono onorato di avere come vicepresidenti Luca Zaia e Luigi Brugnaro, il presidente della Regione del Veneto ed il sindaco di Venezia. Abbiamo come soci alcune eccellenze veneziane, quali la Fondazione Cini ed i nostri atenei, ma anche molte delle migliori ed importanti aziende italiane, che hanno accettato questa sfida. Promuoviamo iniziative concrete, collegate a tecnologie avanzate quali la filiera dell’idrogeno, ma anche al mondo finanziario, come i bond di sostenibilità certificati da Ca’ Foscari».