Renzi su Berlusconi: «Assurdo accusarlo delle stragi del ’93»

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Matteo Renzi durante la il comizio di chiusura della campagna elettorale di Azione-Italia Viva al Gianicolo, Roma, 23 settembre 2022. ANSA/ETTORE FERRARI
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«Se facciamo uno sforzo per attenerci alla realtà, e solo a quella, cancellando ogni implicazione, retropensiero, elucubrazione ci rendiamo conto che la lettera di Marina Berlusconi è la doverosa e nobile denuncia di una figlia che difende il padre, ma anche di una cittadina che chiede una giustizia giusta e invita i PM a perseguire i reati, non a inseguire i nemici». Lo scrive il leader di Italia Viva in un intervento su “Il Giornale”.
«Io non ho mai votato Silvio Berlusconi a differenza di molti lettori del Suo quotidiano. E Berlusconi ha votato la fiducia ai governi Monti, Letta, Gentiloni ma mai al mio governo. Anzi, la scelta di Berlusconi di rompere il patto del Nazareno ha causato la fine della mia esperienza alla guida del Paese – prosegue -. Dunque io non posso essere tacciato di complicità o di essere in debito con la memoria del Presidente Berlusconi. Ho sempre sostenuto che in politica lui non potrà avere eredi perché il Cavaliere è stata una figura più unica che rara. Tutto ciò premesso, posso dire a voce alta e senza timore di apparire di parte che contestare a Silvio Berlusconi una qualsiasi forma di partecipazione nella drammatica vicenda delle stragi del 1993 è semplicemente folle. Le stragi dei Georgofili, di Roma e Milano, il fallito attentato a Maurizio Costanzo: davvero c’è chi vede una responsabilità di Berlusconi in tutto questo?».


«O c’è piuttosto il desiderio di affibbiare al politico che non si ama non già – come sacrosanto – la qualifica di avversario ma quella di nemico, anzi direttamente di mafioso. È il racconto che i professionisti dellantimafia e le toghe ideologizzate (le stesse che hanno fatto la guerra a Falcone al CSM e che hanno consentito un indecoroso depistaggio sulla strage di via D’Amelio in cui morì Borsellino) hanno sempre fatto: fuori la mafia dallo Stato – aggiunge l’ex premier -. Anziché combattere tutti insieme contro la mafia si preferisce indicare gli avversari come mafiosi così da rivendicare una presunta superiorità etica. Come se i premier sgraditi, da Andreotti a Berlusconi, potessero essere messi all’indice non per le proprie idee ma per una folle accusa di mafia».
«Ha fatto bene Marina Berlusconi a criticare l’assurdità di queste infamanti accuse. Perché non è di una indagine che si sta parlando ma di un tentativo – quello di una minoritaria parte della magistratura – di alimentare la narrazione che i vertici delle istituzioni più lontani dalla sinistra avessero rapporti con la mafia», aggiunge.

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