«Schlein funziona per vincere le primarie, ma – come sempre – chi rappresenta la sinistra massimalista entusiasma la curva degli ultras e poi perde tutte le elezioni, anche quelle condominiali. L’alternativa a Meloni o sarà riformista o non sarà. Il modo per attaccare Meloni è chiederle conto delle sue contraddizioni, non gridare al fascismo. Perché non c’è il fascismo alle porte. E sarà bene che se ne facciano una ragione anche i protomartiri tv che hanno raccontato di lasciare la Rai in nome della democrazia e in realtà vanno solo fare cose diverse o pagate meglio». Così, in un’intervista al Giornale, il leader di Italia Viva Matteo Renzi.
«Il petardo Schlein – aggiunge – ha fatto recuperare qualche tessera in sezione e qualche copia in edicola. Ma alla fine fare politica richiede talento e coraggio delle scelte: l’armocromista non ti salva se non hai un progetto per il Paese».
«Qual è quello di Elly, su nucleare, utero in affitto, lavoro, Ucraina, sicurezza, tasse? Il mio Pd su questi temi aveva le idee chiare, opposte a quelle di Schlein. La stampa di sinistra prima o poi dovrà fare i conti con la realtà e non con la narrazione».
Sul futuro del segretario Pd, Renzi chiosa: «Franceschini si rende conto che fare saltare oggi la Schlein significa fare saltare il Pd. E’ anche vero che mantenere la Schlein significa lasciare i riformisti a fare testimonianza in un partito dove non toccano palla. Qualche giorno fa Varoufakis ha spiegato la vera strategia della Schlein. Temo che l’epilogo possa essere quello greco: l’irrilevanza della sinistra».