In un bar in via Monte Giberto nel quartiere romano di Fidene, era in corso la riunione di condominio del consorzio Valleverde, un comprensorio residenziale sul lago di Turano, dove i proprietari, quasi tutti originari di Roma, avevano le seconde case.
Claudio Campiti, l’autore della strage, era da anni sempre litigioso con amministratori e inquilini del Valleverde.
Questa volta la rabbia l’ha portato a un gesto estremo. L’uomo, al quale tempo fa era stato negato il porto d’armi proprio per questi rapporti tesi con gli altri, ha aperto il fuoco con un’arma da fuoco rubata poche ore prima in un poligono di Tor di Quinto, poi posto sotto sequestro: almeno otto i colpi esplosi, poi la pistola fortunatamente si è inceppata.
Il sessantenne colpito di striscio al volto , e poi ricoverato al Gemelli di Roma, insieme ad altri condomini è intervenuto per disarmare l’aggressore evitando che continuasse la strage.
Campiti era armato fino ai denti, infatti è stato trovato in possesso di svariati proiettili e anche un secondo caricatore. L’uomo è stato poi consegnato ai carabinieri e portato nella caserma del Nucleo Radiomobile di Roma.
Tre i feriti feriti, due in gravi condizioni: una signora di 80 anni trasportata in codice rosso con una ferita al torace e di un’altra donna, trasportata in condizioni gravissime. Una quarta persone invece a causa dello choc ha avuto un malore.