Donald Trump non potrà avvalersi dell’immunità presidenziale nella causa per diffamazione intentata contro di lui dalla scrittrice E. Jean Carroll.
A stabilirlo, come riporta La Voce di New York, è stato il Dipartimento di Giustizia, che lo ha comunicato in una lettera agli avvocati delle due parti litiganti. Nello specifico, il ministero ha dichiarato di non ritenere che Trump abbia agito nell’ambito della sua carica esecutiva nel giugno 2019, quando l’allora presidente negò di aver violentato Carroll in un camerino di un grande magazzino di Manhattan a metà degli anni Novanta.
Si tratta di un’inversione ad U per il dipartimento, che alla fine dell’amministrazione Trump era giunto a una conclusione diametralmente opposta (e che per lungo tempo è stata clamorosamente sposata anche dall’amministrazione Biden) – ossia che Trump godesse dell’immunità e che quindi la causa di Carroll dovesse essere stralciata perché il Governo non può essere citato in giudizio per diffamazione.
Il portavoce di Trump, Steven Cheung, ha affermato che la decisione dimostra come il Dipartimento di Giustizia di Biden stia “armando politicamente il sistema giudiziario” contro Trump, definendo il tutto come “una messinscena di parte”.
Carroll, che ha 79 anni e che è un’ex editorialista della rivista Elle, ha intentato una causa contro Trump dopo che quest’ultimo ha negato di conoscerla, aggiungendo che la presunta vittima non è il suo “tipo” e che le accuse contro di lui sono solo una maniera di vendere più copie della sua auto-biografia.
La donna ha fatto causa una seconda volta dopo un analogo rifiuto dell’ottobre 2022, portando il 9 maggio a un verdetto della giuria di 5 milioni di dollari contro Trump per aver diffamato e abusato sessualmente – ma non violentato – Carroll. Martedì scorso, Carroll ha chiesto al giudice di respingere la contro-causa di Trump, secondo cui sarebbe stata lei a diffamare l’ex presidente.