Morto durante uno stage nel 2022, condannati il tutor e una collega

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Lorenzo Parelli era uno studente di 18 anni.

Nel gennaio del 2022 stava effettuando il suo ultimo giorno di stage in un’azienda del territorio. Un periodo che l’aveva soddisfatto e di cui si sentiva gratificato: ne parlava positivamente a casa e con gli amici. E non escludeva di tornarci, in quella fabbrica, una volta terminati gli studi all’Istituto Bearzi di Udine.

Il giorno dopo sarebbe dovuto tornare in classe per raccontare ai compagni la propria esperienza. In quell’aula, invece, non ci entrò mai più, perché una putrella d’acciaio, del peso di oltre 150 chili, staccatasi da un sostegno, lo colpì alla testa, uccidendolo all’istante.

Si è concluso il processo: il Gup di Udine ha condannato, con il rito abbreviato, per omicidio colposo con l’aggravante della violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, a 3 anni di reclusione Claudio Morandini, l’operaio che quel giorno era affiancato alla vittima e che si era allontanato dalla postazione poco prima del dramma, e a 2 anni e 4 mesi Emanuele De Cillia, il tutor aziendale, assente il giorno dell’incidente a causa del Covid.

Accettato il patteggiamento di 3 anni per l’imprenditore Pietro Schneider e una sanzione di 23 mila euro per la sua azienda. La famiglia della vittima non si è costituita parte civile nel procedimento penale: lo ha escluso l’esito della causa civile, che si è già conclusa con il risarcimento. L’episodio drammatico della morte del giovanissimo studente friulano venne ricordato anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sia nel suo discorso di insediamento, sia a Udine, il 29 aprile del 2022, quando incontrò i genitori.

Nei giorni scorsi, il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, in occasione del Consiglio Generale ha sottoscritto la “Carta di Lorenzo”, il documento dedicato alla memoria del ragazzo, con cui Confindustria si impegna a promuovere la sicurezza sul lavoro nei contesti scolastici e formativi attraverso azioni mirate a prevenire gli incidenti e a implementare la tutela della salute e della sicurezza dei giovani coinvolti in esperienze professionali. Un documento nato sul territorio friulano, dallo sforzo congiunto di mamma e papà di Lorenzo e del presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, che ha lanciato il progetto “zero morti sul lavoro”, per cercare di scongiurare nuove vittime di questa piaga moderna.

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