Commando dell’esercito israeliano sono di nuovo entrati nel territorio della Striscia di Gaza nel tentativo ”mirato” di localizzare dispersi israeliani o acquisire informazioni sulla loro sorte. Lo ha detto il portavoce militare Daniel Hagari. Israele stima in 203 gli ostaggi portati da Hamas a Gaza e le cui famiglie sono state aggiornate sulla situazione. Lo stesso Hagari ha precisato che nelle zone israeliane a ridosso della Striscia le truppe stanno continuando a ricercare terroristi di Hamas rimasti sul terreno. Uno dei quali è stato catturato ieri.
Ostaggi identificati
Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno identificato finora 203 ostaggi nelle mani di Hamas nella Striscia di Gaza, inviandone notifica alle rispettive famiglie. Lo ha annunciato il portavoce delle Idf, Daniel Hagari, precisando che il numero di ostaggi non è definitivo. Ad alcune famiglie hanno comunicato che i militari israeliani “sospettano con un elevato margine di certezza” che i loro cari sono ostaggi di Hamas. In altri casi, invece, il margine di certezza e’ “medio-basso”, ha spiegato Hagari. Ad altre famiglie, invece, le Idf hanno reso noto che i loro cari dispersi non risultano tra gli ostaggi del movimento. Hagari ha quindi reso noto che le indagini continuano e che le Idf stanno pattugliando le aree al confine con la Striscia di Gaza alla ricerca di corpi di persone disperse.
Valico di Rafah resta chiuso
Intanto il valico di Rafah, tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, è al momento ancora chiuso. Lo riferiscono fonti locali all’ANSA, aggiungendo che il passaggio al momento non è aperto né in uscita né in entrata. Inoltre, non si vede personale di frontiera. Secondo le previsioni potrebbe aprire domani in base alle intese intercorse fra Usa, Israele ed Egitto.
Allarme epidemie
Ma c’è un altro allarme. L’accumulo dei cadaveri nelle strutture ospedaliere della Striscia di Gaza e il gran numero di sfollati interni che hanno trovato rifugio in scuole e ospedali aumentano il rischio di epidemie. In particolare colera. E’ una dichiarazione ufficiale del direttore regionale per il Medio Oriente dell’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms), Ahmed al Mandhari. Ha esortato tutte le parti coinvolte nel conflitto nella Striscia di Gaza a rispettare il diritto umanitario internazionale e a non prendere di mira le strutture sanitarie. Ed ha definito la distruzione dell’ospedale battista Al Ahli come “un crimine riprovevole che ha sconvolto l’umanita’”.
L’Oms, ha aggiunto il direttore regionale, attende ancora un bilancio definitivo delle vittime, ma per il momento si stima che centinaia di persone abbiano perso la vita nella distruzione della struttura. Scuole e ospedali, ha aggiunto, sono colmi di migliaia di sfollati, il che aumenta il rischio di diffusione di epidemie, oltre che di malattie psicosomatiche. E’ dunque necessario, ha sottolineato Al Mandhari, che queste persone abbiano accesso a rifugi puliti e sicuri, forniti di servizi di base. In particolare acqua potabile, cibo e sistemi di smaltimento dei rifiuti.