Il governo Meloni sembra intenzionato ad abolire il Superbollo, la micro tassa applicata alle auto di grossa. Il via libera dovrebbe arrivare entro l’estate, poi tra settembre e dicembre sono attesi i decreti legislativi.
Non è però la prima volta che si parla di abolire il Superbollo. Nel 2013, a pochi anni dopo la sua introduzione, diverse associazioni di settore avevano chiesto al governo allora guidato da Enrico Letta di ritirare la tassa. Finora però la microtassa per le auto di grossa cilindrata non era mai stata abolita.
Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, l’aveva annunciato e Matteo Salvini aveva subito mostrato la sua approvazione definendo il prelievo “una tassa odiosa”. Dire però addio alla misura, potrebbe costare fino a 100 milioni di euro alle casse dello Stato.
Il Superbollo è stato introdotto nel 2011 e inasprito dal governo tecnico di Mario Monti l’anno successivo.
A doverlo pagare sono i possessori di auto di grossa cilindrata, che devono versare un’addizionale erariale sulle tasse automobilistiche.
L’importo è pari a 20 euro al kW oltre i 185. Questa cifra, però, diminuisce più è vecchia l’automobile: a cinque anni dall’immatricolazione scende a 12 euro al kW, dopo dieci anni diventa di 6 euro e viene totalmente azzerata dopo vent’anni. Per calcolare esattamente l’importo dovuto del Superbollo, comunque, si può utilizzare la funzione sui servizi fiscali del sito dell’Agenzia delle Entrate.