“Mi fa sorridere chi parla di fallimento del CNEL. È un fallimento una votazione che si è chiusa con l’80% dei voti a favore e il 20% di contrari? Suvvia. Il documento sul salario minimo, che ho consegnato ieri al presidente Meloni, è passato dunque a larghissima maggioranza. Non c’è stata unanimità, poco male. Ampia parte dei corpi intermedi e degli esperti che costituiscono l’Assemblea del CNEL ha detto sì al testo, cioè ha detto sì alla contrattazione e no a una legge. Tutti siamo a favore del salario minimo, solo che qualcuno lo vuole attraverso la contrattazione e qualcuno attraverso una norma calata dall’alto, come una grida manzoniana. Dobbiamo stupirci che il CNEL si sia espresso a favore della contrattazione? Certo che no”. E’ quanto ha dichiarato il presidente del CNEL Renato Brunetta questa sera a Zapping su Rai Radio 1.
“È una scelta pienamente inserita nel solco della tradizione del CNEL – conclude – che si è sempre espresso in tal senso. Dobbiamo invece chiederci chi ha paura del CNEL, di questo organismo costituzionale, i cui membri sono nominati dalle parti sociali e dalle più alte istituzioni del Paese. Il CNEL non rappresenta gli interessi del consenso politico, bensì gli interessi dei corpi intermedi della società. E’ forse questo che fa paura?”.