
«Al nostro calcio mancano le idee. Non facciamo squadra, siamo ammalati di protagonismo. Gli altri sono strateghi, noi solo tattici: per questo arriviamo secondi. La vittoria agli Europei è stata un prodigio di Mancini ma lui in tre giorni deve dare un senso a una Nazionale che il senso non ce l’ha». Così, ai microfoni di Rai Radio 1 Sport, l’ex ct dell’Italia ed ex allenatore del Milan plurititolato, Arrigo Sacchi.
«Il calcio è stato inventato dagli inglesi nel 1865 e lo avevano pensato come uno sport di squadra offensivo, che ha perso le sue caratteristiche originarie in Italia. L’abbiamo tramutato in uno sport individuale e difensivo. La strada è totalmente sbagliata. Ci mancano le idee perché noi siamo un popolo che fa fatica a fare squadra. Quando non fai squadra, uno per uno fa sempre e solo uno, mentre uno per undici fa undici. Siamo troppo ammalati di protagonismo per far squadra», ha precisato Sacchi.
«L’Italia è una delle poche nazioni che non ha mai avuto uno stile nel calcio. Ognuno va per la sua strada. Noi siamo sempre più presuntuosi e ignoranti. Anche in altri tipi di lavoro, noi siamo tattici: il tattico è chi aspetta l’errore dell’avversario per punirlo. Non siamo strateghi, con un progetto chiaro per vincere le partite. Non mi meraviglio che poi arriviamo secondi», ha aggiunto l’ex ct azzurro.
«Quando ha vinto gli Europei, Mancini ha compiuto un prodigio. Perché, innanzitutto, ogni squadra ha almeno il 90 per cento di giocatori stranieri. Non abbiamo uno stile e tutte le squadre fanno cose diverse: così in tre giorni un ct deve fare miracoli», ha concluso Sacchi.