A due giorni dal match dell’esordio Mondiale contro il Brasile, la Nazionale Under 20 sta mettendo a punto i suoi meccanismi di gioco con doppie sedute di allenamento sui campi messi a disposizione dalla Fifa nei dintorni di Mendoza.
Situazione climatica temperata e i ragazzi di Nunziata, il jet lag in via di superamento, stanno dando il massimo per raggiungere la migliore condizione fisica e tattica.
Dopo Tommaso Baldanzi mancano ancora due giocatori all’appello, Samuele Giovane e Giuseppe Ambrosino. Ambedue dovrebbero arrivare domenica e mentre per il primo c’è la certezza, per il secondo bisognerà aspettare il risultato della partita di oggi tra Cittadella e Como.
Tra gli azzurrini, il più piccolo del gruppo, Simone Pafundi che ha compiuto 17 anni lo scorso 14 marzo. Un ragazzo che ha bruciato le tappe sui campi di calcio che in questo ultimo anno ha calcato ai massimi livelli.
«Uno stimolo fortissimo a fare sempre meglio. Il mio rapporto col mister è molto bello, lui è tranquillo: mi dice quando faccio bene e mi consiglia cosa fare quando faccio meno bene. È sempre presente».
Una vita piena, la sua, senza rinunciare alla compagnia dei suoi amici e agli impegni scolastici – frequenta il Liceo Scientifico sportivo – e guarda a quello che gli sta accadendo con maturità. «Tutti si aspettano tanto da me, sento la pressione e cerco di controllare le mie emozioni. Amo tanto il calcio e penso di essere bravo ma cerco sempre di fare qualcosa di più, per me stesso e per dimostrare sul campo il mio valore. Non ho fretta, ho tempo per imparare e migliorare». Ora è in Argentina per giocare il Mondiale Under 20, è il più piccolo del gruppo e tra i più giovani del torneo iridato.