Un terremoto di magnitudo 7.8 ha colpito duramente le regioni al confine tra Turchia e Siria, provocando la morte di oltre 50.000 persone.
La prima scossa si è verificata vicino alla città di Gaziantep, nella Turchia meridionale, mentre la seconda ha colpito vicino alla città di Kahramanmaras. Entrambe le scosse sono state avvertite in diverse regioni circostanti, tra cui Libano, Cipro e Israele, e sono state seguite da più di cento scosse di terremoto in due giorni.
La zona colpita dal terremoto si estende per circa 450 km da Adana a ovest a Diyarbakir a est e 300 km da Malatya a nord a Hatay a sud. La devastazione del terremoto è stata causata dalla faglia dell’Anatolia orientale, una regione di instabilità che attraversa il confine sud-orientale della Turchia. Questa faglia, considerata una delle zone sismiche più attive al mondo, è responsabile di terremoti molto dannosi.
La Turchia è già stata colpita da terremoti in passato, ma quello verificatosi è il più grande disastro registrato nel paese dal 1939.
Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha affermato che la situazione è critica e che il paese farà tutto il possibile per assistere i sopravvissuti. Tuttavia, la mancanza di cibo e riparo, insieme al freddo estremo, sta rendendo difficile la situazione per coloro che hanno perso tutto.