Bari, neonato morto nella culla termica di una chiesa

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n fagottino avvolto in una tutina dalla fantasia militare.

Un corpicino fermo, immobile. La testolina bardata da un cappuccio. Così è stato trovato questa mattina intorno alle 9.30 un neonato senza più vita nella culla termica che si trova accanto alla chiesa dedicata a San Giovanni Battista, nel quartiere Poggiofranco del capoluogo pugliese.

Un bimbo che forse è rimasto lì “ore, al freddo e soprattutto solo”, spiega Roberto Savarese, 56 anni, titolare di una ditta di onoranze funebri che ha fatto la terribile scoperta. “Quanto sono entrato nel vano in cui si trova la culla non credevo ai miei occhi: ho provato molto dispiacere”, racconta.

Il bimbo, che è un maschietto nato circa un mese fa e che pesa quattro chili e 200 grammi, è stato lasciato chissà quando tra quelle mura che da 10 anni sono sinonimo di nuova vita per i neonati che le famiglie biologiche non possono aiutare a crescere. Vengono sistemati lì, e appena il loro corpo sfiora il materassino della culla in automatico si azionano aria calda e allarme.

Un trillo che allerta il parroco della chiesa, don Antonio Ruccia. Come è accaduto nel luglio del 2020 e nel dicembre di due anni fa: allora, toccò a un neonato di nome Luigi e a una bimba, chiamata poi Maria Grazia. Per i due quella culla ha significato nuova vita. Non è stato così per il piccolo trovato oggi. “Il mio cellulare non ha squillato e quanto successo riempie il mio cuore di immensa tristezza”, commenta il sacerdote che si trova a Roma.

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