Smart working, addio definitivo

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Il presidente del Consiglio nazionale dell”Ordine degli psicologi: “Non deve essere liquidato come un tema di emergenza, ma dovrebbe far parte di una riorganizzazione complessiva”. “Rispetto a quello che noi abbiamo potuto osservare – prosegue Lazzari – mantenere un certo livello di presenza all’interno dei contesti lavorativi è un fatto importante. Ma non c’è una risposta netta alla domanda ‘meglio smartworking o tutti in ufficio?’, non è un sì o no. Mentre si deve tener conto che oggi il lavoro da remoto deve essere una opzione offerta al lavoratore. Si può pensare magari – suggerisce – a metà giorni in presenza e l’altra meta a casa. Abbiamo bisogno flessibilità per le esigenze psicologiche del lavoratore, ma al contempo anche nel rispetto delle scelte delle aziende”.

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