“Anche perché il calcio, indubbiamente, illumina e dove c’è maggiore illuminazione di comunicazione si è portati necessariamente a limitare aspetti che non fanno parte di una democrazia compiuta. Su questo non c’è dubbio. Dopodiché è difficile competere soltanto sul piano dei numeri. Sono curioso di vedere che stati d’animo proveranno i calciatori, magari anche affermati, che conoscono il piacere di avere uno stadio pieno e di avere comunque la passione popolare in un ambito dove, oggettivamente, i soldi ci sono ma questi elementi sono riprodotti in modo artificiale”, conclude Abodi.