Licenziato per una bestemmia, i colleghi scioperano

E' successo ad un 55enne in un'azienda di call center a Bologna: i colleghi hanno chiesto all’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, Matteo Maria Zuppi, di partecipare al presidio

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Licenziato dopo una bestemmia. E’ accaduto a Franco, 55 anni, milanese ma da anni residente a Bologna. La vicenda risale al 30 novembre: ha perso il posto del lavoro per aver bestemmiato “tra sé e sé” in ufficio (legge del 1930). Il tutto è successo nella sede bolognese della Covisian, azienda che gestisce in appalto il call center di Hera (che precisa di aver segnalato l’episodio, ma di non avere avuto nessuna parte nel successivo provvedimento).

In questi giorni i lavoratori hanno indetto uno sciopero con relativo presidio per mostrare la loro solidarietà nei confronti di Franco. C’è chi chiede all’azienda di fare dietrofront e chi ha bussato anche alla porta dell’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, Matteo Maria Zuppi. “Venga al presidio a mostrare la sua solidarietà a Franco”. “In azienda c’è un clima di terrore – ha detto a Il Resto Del Carlino – non capisco perché se una persona commette un errore non si può tornare indietro. Faccio questo mestiere da otto anni e non ho mai dato in escandescenza, sono sicuramente un tipo esuberante, ma ho chiesto scusa. Ora mi ritrovo a 55 anni senza un lavoro, in un Paese in cui trovare un posto è quanto mai difficile soprattutto per persone della mia età”.

Ha ricevuto la solidarietà dei colleghi: “Apprezzo tantissimo quello che stanno facendo per me, davvero. Anche loro si sono accorti che abbiamo a che fare con un’azienda che è capace di licenziarti in un nano secondo”. E sul futuro: “Ho impugnato il licenziamento, ma ho poche speranze. Senza dubbio lotterò finché posso per il mio posto di lavoro. Io non sono stato licenziato perché sono un incompetente, ma perché ho detto una cosa sbagliata in un momento di nervosismo”.

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