L’autopsia eseguita sul corpo di Simona Cinà, la giovane pallavolista morta il 2 agosto durante una festa in piscina a Bagheria, ha confermato che la causa del decesso è l’annegamento. Tuttavia, restano aperti molti interrogativi: non è ancora chiaro se la ragazza sia caduta in acqua in seguito a un malore naturale, all’assunzione accidentale di sostanze o a una caduta accidentale.
Il legale della famiglia, Gabriele Giambrone, ha riferito della presenza di un piccolo trauma alla nuca, ipotizzando che la giovane possa aver perso i sensi dopo una caduta. Gli esami condotti finora hanno escluso patologie pregresse e problemi cardiaci. Sarà necessario attendere circa 45 giorni per i risultati degli esami tossicologici e istologici, fondamentali per chiarire le dinamiche.
Nel frattempo, i carabinieri hanno sequestrato oggetti e indumenti trovati nella villa, tra cui il costume della vittima, diversi teli mare e numerose bottiglie di alcolici. I familiari, ascoltati dai militari, hanno ribadito che Simona godeva di buona salute ed era un’atleta sottoposta regolarmente a controlli medici. La Procura di Termini Imerese procede per omicidio colposo, al momento senza evidenze di responsabilità diretta da parte di terzi.