Femminicidio a Foggia, fallisce il programma di protezione

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Una donna di 46 anni, di origine marocchina e residente nel centro storico di Foggia, è stata brutalmente accoltellata nella notte. Nonostante fosse inserita nel programma di protezione, previsto dal “codice rosso”, dopo aver denunciato l’ex compagno – anch’egli marocchino – la vittima è stata aggredita per strada, a poca distanza dalla propria abitazione. Alcuni residenti hanno allertato la polizia dopo aver sentito le sue urla disperate. All’arrivo degli agenti, la donna era già senza vita.

Il presunto responsabile, un 47enne senza fissa dimora, è stato arrestato a Roma poche ore dopo. Al momento del fermo, indossava ancora abiti sporchi di sangue. Le autorità avevano già disposto nei suoi confronti un divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico, rimasto tuttavia inapplicato per ragioni tecniche. A luglio era stata anche emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, mai eseguita poiché l’uomo risultava irreperibile.

La donna, che lavorava come cuoca, si era rivolta per la prima volta ad aprile al centro antiviolenza “Telefono donna”, raccontando di essere perseguitata e minacciata dall’ex. La denuncia è scattata a maggio, ma lei aveva deciso di non lasciare Foggia nonostante i ripetuti avvertimenti del centro. Già il 16 giugno era stata inviata una segnalazione di rischio elevato, con l’indicazione di un possibile femminicidio, mentre solo il 23 luglio la vittima aveva riferito nuovamente di essere pedinata. La tragedia ha confermato i timori: una relazione durata pochi mesi si è trasformata in un incubo, terminato con un omicidio annunciato.

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