Femminicidio Campanella, il killer si suicida in carcere

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Stefano Argentino, il giovane accusato dell’omicidio di Sara Campanella, si è tolto la vita nel carcere di Gazzi a Messina. L’uomo, arrestato lo scorso marzo per aver accoltellato a morte la studentessa 22enne, aveva già manifestato tendenze suicidarie, tanto da essere stato sottoposto a sorveglianza per un periodo, al termine del quale era tornato a condividere la cella con altri due detenuti. Sembrava in fase di ripresa: aveva ricominciato a mangiare e partecipare alla vita carceraria, ma si sarebbe allontanato dai compagni prima di essere trovato morto dalla polizia penitenziaria.

Sara Campanella è stata uccisa in strada, poco distante dall’università di Messina. Le telecamere di un distributore di benzina hanno ripreso gli ultimi istanti di vita della ragazza: si vede Sara cercare di allontanarsi, mentre Argentino la segue impugnando un oggetto, probabilmente il coltello con cui l’ha colpita. Dopo l’omicidio, il giovane era fuggito a Noto, nel Siracusano, dove è stato trovato poche ore dopo, nascosto in una casa di famiglia. Durante l’interrogatorio ha ammesso il delitto, spiegando di non accettare il rifiuto della compagna di università, che da tempo lo respingeva e lo accusava di molestie. Il giorno del femminicidio, Sara aveva registrato l’ennesimo confronto con lui sul proprio cellulare, affermando chiaramente di non volere alcun tipo di rapporto. L’udienza preliminare del processo era fissata per il 10 settembre.

“È l’epilogo terribile di una storia già terribile”, ha commentato l’avvocata Concetta La Torre, che assiste la famiglia della vittima. “Argentino ha deciso le sorti di due famiglie, lasciando dietro di sé solo dolore. Non ci sono parole per descrivere ciò che i genitori di Sara stanno provando”.

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