La Corte costituzionale della Romania ha annullato il risultato del primo turno di elezioni presidenziali. Il secondo ballottaggio, previsto per domenica 8 dicembre, avrebbe dovuto vedere sfidarsi la candidata pro-Europa Elena Lasconi e l’esponente di estrema destra Calin Georgescu, che aveva ottenuto il maggior numero di voti nel primo turno.
La situazione si sviluppa in un contesto di timori riguardo possibili interferenze da parte della Russia.
Prima del sorprendente verdetto dei giudici, Calin Georgescu aveva dichiarato che, se eletto presidente, avrebbe interrotto ogni tipo di supporto all’Ucraina. Inoltre, aveva rinnovato il suo apprezzamento per Donald Trump e Viktor Orban, definendo Vladimir Putin «patriota e leader». Nonostante ciò, aveva anche espresso sostegno alla permanenza della Romania nell’Unione Europea e nella NATO.
Nei giorni precedenti, il presidente Klaus Iohannis aveva reso pubblici alcuni documenti relativi a un’indagine del Consiglio supremo per la difesa che hanno provato una manipolazione esterna sul processo elettorale. La Russia risulta essere il principale sospettato, accusata di aver sostenuto la campagna di Georgescu con una vasta operazione di propaganda tramite migliaia di profili falsi.
La decisione della Corte è stata una sorpresa anche per un altro motivo: nei giorni scorsi i voti erano stati ricontati dopo un ricorso presentato da due candidati minori. Dopo il nuovo conteggio, i giudici avevano confermato la validità del voto.
