Un violento sisma di magnitudo 8.8 ha colpito l’Estremo Oriente russo, al largo della penisola della Kamchatka, generando un’allerta tsunami estesa a gran parte del Pacifico. Onde alte fino a quattro metri hanno fatto scattare l’evacuazione in zone costiere dalle Hawaii al Giappone.
Il sisma è stato registrato a circa 136 chilometri a sudest di Petropavlovsk, nel Mare di Bering, a 20 km di profondità, secondo lo US Geological Survey, che lo considera il più forte dal disastro di Fukushima del 2011. Le onde anomale hanno raggiunto la città portuale di Severo-Kurilsk e la zona di Elizovsky.
Le autorità in Giappone, Stati Uniti, Messico, Ecuador e altri Paesi affacciati sul Pacifico hanno invitato la popolazione a evitare le aree costiere. In particolare, in Giappone sono state evacuate diverse zone, tra cui Hokkaido, dove è stata registrata una prima onda.
Il sisma si è verificato nell’”Anello di Fuoco”, una cintura sismica e vulcanica che circonda l’Oceano Pacifico e dove si concentra circa il 75% dei vulcani attivi e gran parte dell’attività sismica mondiale.