Francia, Lecornu sospende la riforma delle pensioni

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Sebastien Lecornu cambia gioco e, dopo aver fallito il primo tentativo, si appresta ad aggiudicarsi la rivincita: il premier, versione 2, ha accolto la richiesta principale dei socialisti, la sospensione della riforma delle pensioni, conquistando la loro “non sfiducia”.

Giovedì si voterà sulle mozioni che vogliono affossare il governo: quella del Rassemblement National (Rn), che sarà sicuramente bocciata perché nessuno della gauche la voterà, e quella de La France Insoumise (Lfi), che invece raccoglierà anche i voti del partito di Marine Le Pen.

Se i 69 deputati socialisti manterranno la compattezza mostrata oggi in aula e non sfiduceranno il governo, il Lecornu 2 resterà in piedi, anche se soltanto con una ventina di voti di margine. Restano sfumati anche i voti dei Républicains, partito ormai in implosione fra chi decide di fare il ministro nonostante le indicazioni dei vertici e una lotta per il potere fra Bruno Retailleau e Laurent Wauquiez, il primo a rischio di essere attirato in orbita da Le Pen, il secondo dai macroniani. Sembrano intenzionati a “non sfiduciare” il neo premier anche 9 deputati del gruppo dei “non iscritti”.

Il premier, fedelissimo macroniano, ha mostrato determinazione e chiarezza in aula, alzando i toni quando necessario (con la deputata Lfi Mathilde Panot che ha accusato la Francia di complicità in genocidio con Israele) ma mantenendo per lo più un atteggiamento preciso e pacato. E varando anche il mantra che ha dominato il suo discorso: “Il governo proporrà, noi discuteremo, voi voterete”. Un ritornello ripetuto almeno una decina di volte per marcare il suo territorio, sottolineare che adesso tutto cambia e che il verticismo macroniano è ormai un ricordo.

Al di là delle misure puntuali della manovra finanziaria sulle quali ci sarà comunque battaglia, la vera novità sottolineata dagli analisti politici francesi è l’impegno preso da Lecornu davanti ai deputati: non ricorrerà, a differenza di tutti i suoi predecessori, al 49.3, l’articolo della Costituzione che consente di far passare una legge senza discussione articolo per articolo, ma soltanto mettendo la fiducia: “Condividere il potere con il Parlamento, questa è la nostra vera rottura con il passato”, ha proclamato. Nella manovra finanziaria, infatti, accanto alla proroga della tassa eccezionale sui redditi superiori ai 250.000 euro, o all’imposta sulle holding patrimoniali, ci sono misure come i tagli ai rimborsi medici che anche i socialisti ritengono “inaccettabili” e sui quali daranno battaglia. Articolo per articolo, discutendo anche fino al 31 dicembre, data limite per varare la manovra.

Dure le prime reazioni di Marine Le Pen (“I socialisti si fanno comprare dai macroniani, i Républicains si regalano”) e Jordan Bardella (“Ps e Républicains sono l’associazione dei salvatori di Macron”). Dai Républicains allineati, dissente il capo, Retailleau: “Lecornu è ostaggio dei socialisti”. Infuriata con i socialisti Mathilde Panot, del partito di Jean-Luc Mélenchon: “Il popolo non vuole più la vostra politica – ha detto rivolta a Lecornu – nessuno le crede più, la sua sola presenza a Matignon (sede del governo, ndr) è un affronto”. E quanto alla sospensione della riforma delle pensioni fino alle presidenziali del 2027, “una riforma imposta contro tutto un popolo non si sospende – ha rimproverato – si abroga”.

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