E’ tornato il sole sul prato di Sant’Orso, quello spicchio verde nelle cartoline della perla delle Alpi.
Cogne mantiene intatta bellezza e eleganza anche dopo il nubifragio. Nel centro del paese è tutto in ordine, i gerani rossi sui balconi, i giardini curati, i dehors dei bar.
Manca però il tradizionale via vai di inizio luglio, la coda davanti al fruttivendolo e al panettiere. Le strade sono praticamente deserte. Il silenzio è spezzato solo dal rumore degli elicotteri che vanno e vengono in continuazione: in due giorni sono stati evacuati oltre 1.000 turisti.
Il paese si raggiunge solo dal cielo, la strada regionale 47 – unico collegamento con il fondo valle – è stata distrutta in tre punti dalla furia del torrente Grand Eyvia. L’acqua ha scavato sotto l’asfalto e si è portata via tutto, lasciando voragini profonde fino a 20 metri. Ci vorranno settimane, forse mesi, per ripristinare il collegamento stradale. Ma non è l’unico problema. “Proseguono i lavori di ripristino dell’acquedotto e a breve si farà un primo tentativo di rimettere l’acqua nel sistema. Rimangono comunque attivi i punti acqua in piazza e nelle principali frazioni. E si sta lavorando per bonificare la strada di Lillaz interessata da tre colate detritiche. È garantito un presidio medico 24 ore su 24, fanno sapere dal Comune. E anche la telefonia e internet sono stati ripristinati.
Ora è arrivato dunque il momento della conta dei danni. La sistemazione della strada costerà milioni di euro. La Regione Valle d’Aosta tra giovedì e venerdì invierà al Dipartimento della Protezione civile la richiesta dello Stato di emergenza.
“Siamo fiduciosi di poter salvare la stagione turistica. Cogne è una località che vive di turismo e noi stiamo lavorando per trovare un sistema che ci consenta in breve tempo di portare a Cogne i nostri affezionati villeggianti”, afferma il sindaco, Franco Allera.
“La macchina dei soccorsi – racconta Simona De Gregori, di Milano – è stata efficientissima, io ho la casa a Cretaz però vista la situazione preferisco tornare a Milano. Tutto sta funzionando bene, mi hanno dato le indicazioni di come fare per prendere elicottero, anche con il mio gatto. Ora è giusto lasciare lavorare chi si sta dando da fare per rimettere in piedi Cogne il prima possibile. E sono bravi, ci riusciranno in fretta”. Matteo Filipelli lavora come stagionale a Cogne: “Sono qui da un mese – dice sconsolato – e ora dovrò capire cosa accadrà. In paese la situazione è tranquilla, l’unico disagio è che manca l’acqua e ci viene fornita grazie ai vigili del fuoco. Manca anche nell’hotel in cui lavoro, ma ormai gli ospiti stanno andando via tutti”. Anche a Cervinia i danni sono ingenti. Questa volta ad essere colpita è la centrale via Carrel, quella dello struscio. Ad esondare è stato il torrente Marmore, che scorre nel cuore del paese. Oltre a devastare una trentina di attività commerciali tra bar, ristoranti e negozi, fango e detriti si sono infilati negli scantinati e nei garage dei condomini, accartocciando le auto una contro l’altra. L’erogazione di energia è stata interrotta e per il momento è garantita solo dai generatori. Gli “angeli” del fango sono arrivati fin quassù, ora è il momento di ripulire il paese.