La Marmolada travolge e uccide undici alpinisti

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Il ghiacciaio della Marmolada, al confine tra la provincia di Trento e la provincia di Belluno, crolla con le sue 64 mila tonnellate di acqua, travolgendo fatalmente 11 alpinisti e ferendone 7.

Il ghiacciaio si trova all’interno del gruppo montuoso omonimo, che costituisce a sua volta il gruppo più alto della catena delle Dolomiti di Fassa.

I primi studi e analisi rimandano al cedimento del seracco (un grosso blocco di ghiaccio che si forma in prossimità di un crepacci) sulla calotta sommitale del ghiacciaio, come la causa più probabile del crollo, causando una valanga lungo il versante trentino della montagna.

Le cause del cedimento sono ascrivibili a variazioni di temperatura legate al riscaldamento globale, che avrebbero modificato considerevolmente il ciclo dell’acqua riducendo le precipitazioni nevose, con un conseguente assottigliamento del ghiaccio, troppo fragile per sostenere il proprio peso.

Lo stesso aumento di temperatura sulla cima del ghiacciaio, avrebbe inoltre reso il ghiaccio ancora più cedevole, e permettendo all’acqua formatasi di conseguenza di infiltrarsi nel ghiacciaio; il giorno immediatamente precedente erano stati registrati picchi di anche di 10°, decisamente anomali persino nei mesi caldi di giugno e luglio.

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