Dopo settimane di pressioni interne e internazionali, il primo ministro britannico Keir Starmer ha annunciato che il Regno Unito riconoscerà ufficialmente lo Stato palestinese a settembre, in occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, salvo un cambiamento sostanziale da parte di Israele nella gestione del conflitto a Gaza.
Una decisione storica che farebbe della Gran Bretagna il secondo Paese del G7 e membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, dopo la Francia, a riconoscere la Palestina. Si tratterebbe inoltre del 149° Stato al mondo a farlo.
Starmer: “È il momento di agire per salvare la soluzione dei due Stati”
In una dichiarazione chiara, il premier ha spiegato:
“Ho sempre detto che il riconoscimento sarebbe arrivato quando avrebbe avuto il massimo impatto per la pace. Ora che la soluzione dei due Stati è in pericolo, è tempo di agire”.
L’annuncio è arrivato dopo una riunione d’emergenza del governo e nel pieno delle ferie estive, segno della crescente pressione che Starmer ha subito dal suo stesso partito e da un’ampia parte dell’opinione pubblica britannica, sempre più favorevole al riconoscimento della Palestina.
Israele furioso: “Starmer premia il terrorismo”
Durissima la reazione del premier israeliano Benyamin Netanyahu:
“Starmer premia il mostruoso terrorismo di Hamas e punisce le vittime. Uno Stato jihadista al confine con Israele oggi minaccerà la Gran Bretagna domani”, ha dichiarato.
Dal canto suo, Starmer ha chiesto pubblicamente ad Hamas di rilasciare gli ostaggi ancora in suo possesso e di disarmarsi completamente, affermando che non dovrà più avere “alcun ruolo chiave” nei futuri assetti palestinesi.
Asse Londra–Parigi–Berlino per la pace a Gaza
Il Regno Unito si unisce così alla Francia di Emmanuel Macron, che aveva già annunciato il riconoscimento e sperato in un’azione congiunta con Berlino e Londra. Il cancelliere tedesco Friederich Merz, pur restando cauto e favorevole a una “soluzione negoziata”, ha confermato la creazione di un fronte diplomatico trilaterale per spingere Israele verso il cessate il fuoco.
Giovedì prossimo i ministri degli Esteri di Francia, Regno Unito e Germania saranno in Israele per presentare una posizione comune:
– Fine delle operazioni militari nella Striscia,
– Apertura immediata agli aiuti umanitari,
– Ripresa del dialogo verso una soluzione politica stabile.
Pressione internazionale e aiuti umanitari
La mossa britannica si inserisce in un contesto sempre più critico: oltre 60.000 morti a Gaza, una crisi umanitaria senza precedenti, e una crescente pressione sulle potenze occidentali per agire.
Mentre due aerei tedeschi lanceranno aiuti nelle prossime ore, Parigi invierà 40 tonnellate di viveri, con Londra già attiva da giorni nella stessa operazione, coordinata con Israele.
L’Olanda contro l’estrema destra israeliana
Intanto, si irrigidiscono anche i rapporti tra Israele e altri Paesi europei: i Paesi Bassi hanno dichiarato ‘personae non gratae’ i ministri israeliani Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich, accusandoli di incitare alla violenza e di sostenere la pulizia etnica a Gaza.
Una mossa che ha provocato la furiosa reazione dello stesso Smotrich:
“L’Olanda si è arresa alle menzogne dell’Islam radicale”, ha tuonato.